sabato, giugno 27, 2009

Cosa fare per il Poetto


(Il Poetto a fine maggio 2009 - Foto Emmebi)


A sette anni dal ripascimento si ripresenta il problema dell'erosione della spiaggia del Poetto.

Nessuna delle cause che provocano l'arretramento dell'arenile è stata rimossa; è, invece, peggiorata sensibilmente la situazione relativa al retroterra; il lungomare versa in stato di abbandono ed è abortito anche il primo, timido, tentativo di istituire una zona pedonale, riguarda il solo tratto da Marina Piccola a via Ischia e per i soli fine settimana.

Il Comune di Cagliari ha alzato bandiera bianca anche di fronte all'espansione incontrollata dei 'baretti', che hanno annesso spazi sempre crescenti sulla spiaggia ed hanno sviluppato tipologie architettoniche disparate, nella più totale anarchia.

Ma il problema più rilevante appare quello del traffico, come evidenziato dai tanti incidenti, spesso mortali, occorsi sul lungomare e sulla strada di collegamento tra Cagliari e Quartu, o dalla caotica situazione dei parcheggi nelle giornate di massimo affollamento.

Per evitare di percorrere ancora una volta soluzioni parziali, insoddisfacenti e costose occorre valutare la situazione del Poetto considerando tutte le componenti ed inserendo la soluzione nella più ampia ottica riguardante la gestione di tutto il litorale di Cagliari e del golfo di Quartu, e, soprattutto, chiarire quali sono le aspettative della cittadinanza.

Questi sono, a mio avviso, i punti critici:

- il Poetto non è visto come un bene ambientale, ma unicamente come un'area da sfruttare economicamente, con un'ottica di breve periodo
- la viabilità è stata pensata senza riguardo alla peculiarità del sito, ma unicamente nell'ottica di offrire un'ulteriore via di comunicazione fra Cagliari e Quartu, favorendo l'espansione urbanistica delle aree circostanti la strada statale n. 554
- il prolungamento della strada lungosaline non è stato accompagnato dalla rimozione o interdizione al traffico della strada lungomare, che ne era il presupposto
- non è stata realizzata, nell'area di pertinenza del Comune di Cagliari, alcuna riqualificazione del lungomare;
- le cause dell'erosione sono ancora tutte presenti; l'ampliamento della strada ha addirittura amplificato l'erosione eolica; un nuovo ripascimento, che richiederebbe investimenti cospicui, rischierebbe di essere, ancora una volta, inutile
- non esiste alcun coordinamento fra le azioni delle amministrazioni comunali, Cagliari e Quartu, nel cui territorio si estende la spiaggia; né si vede alcuna concertazione con il Parco Saline Molentargius
- la frequentazione del Poetto, specie nei mesi estivi, si sta da alcuni anni estendendo anche alle ore notturne, sia per l'attività quotidiana dei baretti, sia per l'organizzazione di 'eventi' – concerti, manifestazioni sportive, danza ecc. - con conseguente traffico, produzione di rifiuti ecc.
- a breve dovrebbe riaprire l'ippodromo, con la conseguente, ulteriore, attrazione di traffico automobilistico e necessità di parcheggio

A questo punto è necessario iniziare a discutere sui possibili rimedi. Io ne propongo alcuni:

- scelta decisa a favore del trasporto collettivo, pubblico o privato, e scoraggiamento o interdizione del traffico privato
- pedonalizzazione del lungomare, da risistemare in funzione delle necessità di salvaguardia dell'arenile
- riduzione del traffico sulla strada lungosaline, da realizzare riducendo la carreggiata disponibile e con accorgimenti volti a penalizzare il traffico di lunga percorrenza
- realizzazione di un sistema di trasporto pubblico su rotaia e riduzione dei parcheggi disponibili, per scoraggiare il trasporto privato
- ridefinizione delle concessioni sull'arenile, con l'abbandono delle attuali tipologie in muratura, e ridefinizione dell'attività dei baretti

Cagliari è una città sul mare, ma ha sempre creato una barriera verso il mare: occorre inserire la riqualificazione del Poetto in una politica che preveda un atteggiamento nuovo verso il mare, da considerare una risorsa primaria per la città: occorre proporre un disegno organico del fronte mare, considerando anche le soluzioni per il litorale di Sant'Elia ed il porto storico. In particolare il litorale di Sant'Elia potrebbe essere la sede preferenziale per spettacoli e manifestazioni sportive che oggi vengono portate impropriamente sulla spiaggia del Poetto, essendo dotato di infrastrutture di trasporto e di parcheggio; nella zona potrebbero essere trasferite dal Poetto alcune delle attività di ristorazione, in modo da potere ridurre il sovraffollamento creatosi negli anni per via di una politica lassista, offrendo nuove opportunità per il quartiere.

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3 Comments:

At 4:45 PM, Blogger Marcello said...

sono Marcello Dessena, ci siamo incontrati al Circolo in Via Libeccio. Circa quanto scrivi sul Poetto, due considerazioni: 1)non so se c'entri ma mi hai fatto pensare a quanto devo aspettare (specie in Estate) per uscire dal quartiere, abito dal 1961, in Via Euro; 2) come dici al primo dei punti critici il passaggio da "area da sfruttare economicamente" a "bene ambientale" è un cambiamento di mentalità. Per ora un saluto.

 
At 11:06 AM, Blogger Stefano said...

Sono d'accordo su tutto. In realtà è molto difficile discutere sulle cause REALI dell'erosione del Poetto, perchè gli studi effettuati sono pochi, e non sono a disposizione di tutti (alla faccia della Università condivisa). Perciò è altrettanto difficile rimuoverle. Ricordo in tempi recenti uno studio della Progemisa, commissionato dalla Regione ed effettuato poco tempo prima del ripascimento (disponibile sul sito della Regione), dove veniva fuori addirittura che la linea costiera era di nuovo in avanzamento, seppur di poco, da poco tempo a questa parte. Ma il ripascimento è stato fatto lo stesso.
Probabilmente, e su questo non ho informazioni, l'avanzamento e l'arretramento della spiaggia sono fenomeni naturalmente ciclici, ora sicuramente accentuati dalla pressione antropica. Ma di che tipo?
Per il Poetto specificatamente non so con dettaglio, ma per le spiagge in generale so che sono corpi detritici quasi sempre (a parte le dovute eccezioni) portati in posto dall'azione dei corsi d'acqua che drenano i versanti, successivamente elaborati dal mare e dal vento. I corsi d’acqua che alimentavano di materiale la spiaggia non esistono più. Sono scomparsi da secoli, e anche l’aspetto del litorale è cambiato. Molentargius si è chiuso, e da laguna è diventato stagno. Oggi l'allontanamento della sabbia dalla spiaggia EMERSA da parte del vento (con venti da sud) è un fenomeno ancora naturale, e dovrebbe essere seguito dal corrispondente fenomeno, sempre naturale, della restituzione alla spiaggia emersa (e anche sommersa) di una circa analoga quantità di sabbia con i venti da nord. La strada (e le case, soprattutto) sono però un ostacolo oggettivo a questa trasmissione di energia e materia funzionale alla vita della spiaggia, soprattutto durante il periodo invernale (le famose mareggiate, le sciroccate e le successive maestralate sono il respiro del Poetto). In sintesi, il Poetto è una spiaggia che, naturalmente, non ha possibilità di ripascersi naturalmente, e perciò ancora più sensibile dal punto di vista ambientale. Non doveva essere permessa una sua così forte antropizzazione, perché non ha le armi per resistere.
Ricordo di avere visto numerose foto in bianco e nero, relative agli anni 50, dove in mare si vedevano le famose draghe (mi pare fossero due) ma a terra, in spiaggia, la sabbia si cavava dalla DUNE! Fino agli anni 50 c'erano le dune, al Poetto. E c’erano pochissime case. Queste foto me le aveva fatte vedere prof. Ulzega, professore di geomorfologia dell'università di Cagliari. Le cronache del ‘700 parlano di dune tanto alte (alla prima fermata, te l'immagini?) che i francesi che cercavano di invadere Cagliari dal mare non riuscirono a trasportare le loro attrezzature da guerra (pesanti cannoni trainati da cavalli, fondamentalmente) perchè non avevano fatto i conti con un esteso campo dunare che presumibilmente arrivava sino al Quartiere del Sole. Erano talmente lenti nei loro movimenti sulle dune che ogni volta che sbucavano dal campo dunare veniva comodamente ricacciati indietro a fucilate dal forte di Sant’Elia. Doveva essere un posto fantastico, nemmeno tanto tempo fa.

 
At 11:06 AM, Blogger Stefano said...

...segue

Insomma, la situazione si è deteriorata da pochissimo tempo (perlomeno se comparato con i tempi geologici) e le cause non sono climatiche ma del tutto connesse alle scelte dell’uomo.
Io sono molto pessimista. Il Poetto è morto (non respira) da decenni. Le possibilità di riportarlo in vita (per i figli dei nostri figli, dai quali abbiamo ricevuto il mondo in prestito) comunque ci sono, e anche tante.
Credo però che quello che suggerirei io non sarebbe politicamente appetibile, e comunque comporterebbe uno scenario di attuazione molto lungo, almeno cinquanta anni, e per un politico è difficile pensare a un arco di tempo del genere. Quando raccoglierebbe i frutti delle sue decisioni, tradotti in voti, sempre che ce ne siano?
Comunque, in sostanza, quello che c’è da fare, oltre a tutto quello che hai detto tu e che condivido, consiste nel garantire di nuovo l’apporto del materiale detritico all’avanspiaggia da parte delle porzioni di spiaggia retrostanti, eliminando di fatto gli impedimenti fisici.
Non è più possibile agire sui corsi d’acqua, in quanto questi da secoli non esistono più. Con tutta probabilità tutta la sabbia del Poetto è stata deposta anche tramite l’azione di una fitta rete idrografica, ora scomparsa naturalmente.Di questa rimangono poche testimonianze. (cfr. http://www.apmolentargius.it/poetto_origine.php).
Per il resto, a parte agire sulle infrastrutture, che ci sono più o meno sempre state (strade, linea del tram), si tratta di attivare politiche forti, di perequazione, al fine di incentivare l’allontanamento della cinta abitata del Poetto sul retrospiaggia e del muro di stabilimenti balneari, baretti più o meno faraonici, rotonde, ospedali, etc. sull’avanspiaggia.

Lacrime & sangue, Enzo! Come si vede, i voti e la gloria da cavarne sono pochi.

Stefano Loddo, geologo

 

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